La paura di soffocare (o anginofobia), è una paura più diffusa di ciò che si pensa ed è talvolta ed erroneamente scambiata per un problema diverso come la disfagia. Essa rappresenta una paura irrazionale di morire soffocati a causa di qualcosa che potrebbe andare di traverso (cibo, pillole, liquidi ecc.). Dunque l’intensità e la gravità possono variare, fino al timore di deglutire anche la saliva. Ne soffrono perlopiù persone adulte, ma il disturbo è diffuso anche negli adolescenti e nei bambini. Spesso la problematica compare dopo un vissuto traumatico anche lieve, come un boccone andato di traverso oppure dopo aver assistito ad un evento simile accaduto ad un familiare o conoscente. Dopo l’esperienza, la persona inizia a sviluppare un’idea ossessiva rispetto a ciò che potrebbe capitare a seguito dell’ingestione dei cibi ed è proprio ciò che la persona metterà in atto per scongiurare qualsiasi pericolo, che in realtà condurrà alla strutturazione di un problema più consistente di tipo fobico-ossessivo.

Quali sono i comportamenti che la persona spesso mette in atto?

Il primo è l’evitamento di alcuni cibi; solitamente la persona inizia ad escludere dalla propria alimentazione la carne, la pasta e progressivamente tutti i cibi ritenuti più pericolosi. La  persona si sente rassicurata (non sono soffocato perché non ho mangiato quel cibo), ma allo stesso tempo struttura una credenza ancora più rigida rispetto alla pericolosità del cibo e, come afferma Giorgio Nardone:  ogni evitamento conferma la pericolosità della situazione evitata e prepara l’evitamento successivo.

Un altro tentativo fallimentare messo in atto, è spesso quello relativo al frullare i cibi, facendoli diventare simili agli omogeneizzati. A questo punto, il problema andrà a ripercuotersi anche nella vita sociale del soggetto e quindi ad evitare situazioni quali cene con amici e colleghi per il  timore di essere giudicato negativamente.

Il trattamento ad orientamento breve-strategico risulta particolarmente efficace ed efficiente nella risoluzione dell’anginofobia. Tramite l’utilizzo di specifiche tecniche per i disturbi fobici il meccanismo che mantiene il problema può essere sbloccato già nelle prime settimane di intervento. Agendo  attraverso l’esperienza concreta, il paziente riuscirà a modificare la sua percezione, trasformandola da disfunzionale in funzionale.

 

Bibliografia

Nardone G. (2016) La Terapia degli attacchi di panico. Editore Ponte alle Grazie.

Nardone G. (1993). Paura, panico, fobie. La terapia in tempi brevi. Editore: Ponte alle Grazie.