“Il trauma è una realtà della vita, ma non per questo deve essere una condanna a vita” (Peter A. Levine).

All’improvviso tutto cambia, nulla è più come prima, il passato è sempre presente e più si tenta di scacciarlo più diventa invasivo. È ciò che accade nella mente a seguito di un “trauma”, termine che deriva dal greco e che significa letteralmente “ferita”, una ferita che può essere molto difficile da ricucire definitivamente.
Un incidente, una perdita, una violenza, un attacco terroristico, sono esempi di eventi potenzialmente letali per la persona che li ha vissuti, direttamente o indirettamente, e che spesso portano l’individuo a provare emozioni negative quali paura, dolore e rabbia.
La persona viene invasa dai pensieri che fanno rievocare l’evento e questo porta l’individuo a cercare invano di cancellare tali ricordi, evitando inoltre tutte le circostanze che in qualche modo possono essere associate al trauma. Non di rado si chiede aiuto ad amici, parenti o gruppi di auto aiuto, così come non sono rare le richieste di rassicurazione e le lamentele. Alcuni, al contrario, non ne parlano in assoluto, come se non fosse accaduto nulla. Tutti questi tentativi, purtroppo, si rivelano fallimentari nella risoluzione del problema e addirittura alimentano ancora di più i pensieri e le emozioni che si vorrebbero cancellare. Gli effetti possono peggiorare e condurre al panico o persino alla resa della persona, ovvero ad una condizione depressiva.
Da un punto di vista neurofisiologico, la letteratura scientifica (Van der Kolk, 1994; Rothschild, 2000) mostra come, nella memoria dei sistemi corporei, o memoria motoria, le informazioni sull’evento restano incastrate impedendo alle stesse di passare nella memoria narrativa. Obiettivo dell’intervento psicologico, per questo tipo di problematica, è proprio quello di raggiungere una funzionale “abituazione”, utilizzando la terminologia del celebre psicologo svizzero Piaget, in modo che la persona passi dal subire i terribili ricordi a gestire le sensazioni, ricollocando il passato al suo posto.

 

 

Bibliografia
Cagnoni, F., Milanese R. (2009). Cambiare il passato. Milano. Ponte alle Grazie.